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Zaha Hadid – Forme di architettura contemporanea

  • carlottaceccarini9
  • 28 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Architetto straordinario tra i più famosi. Una donna innovativa, straordinaria, eclettica, autoritaria, intransigente che ha rivoluzionato il mondo dell’architettura con oltre 150 progetti in tutti i continenti. Un omaggio e una celebrazione a colei che ha reso reali le possibilità digitali, che ha creato l’architettura web 2.0.

Documentario in streaming da gennaio 2022 su RayPlay
Zaha Hadid - Forme di architettura contemporanea

Architetto britannico di origini irachene, con uno stile difficilmente definibile che si inserisce tra la tecnologia e una visione futuristica dell’architettura. Edifici dalla geometria complessa che sfidano la forza di gravità e al cui interno provocano un senso di vertigine e di smarrimento. Zaha Hadid dà vita a magiche curve, ad un’architettura fluida quasi liquidi, ma al tempo stesso elegante e plastica, così da raggiungere i vertici del mondo dell’architettura e del design.

Zaha Hadid nasce a Baghdad nel 1950 e già a soli 11 anni aveva deciso di fare l’architetto, non aveva mai voluto fare altro nella vita e la sua tenacia, in un mondo alquanto difficile per una donna, lei fu ripagata, tanto da diventare la prima donna a ottenere il Premio Pritzer nel 2004. Onore riconfermato dalla retrospettiva a lei dedicata al Guggenheim di New York nel 2006 e dalla doppia vittoria del Premio Stirling nel 2010 e nel 2011.

La sua innovazione, oltre quella tecnologica, è il processo architettonico con crea i suoi progetti, passando per la pittura, essa diventa la ricerca per qualcos’altro, per immaginarsi cose nuove. Proprio questa sua perspicacia le porterà non poca difficoltà a ricevere incarichi per almeno 10 anni dall’inizio della sua carriera.


Il documentario presenta un dietro le quinte del suo studio di Londra, dove il suo socio Patrik Schumacher in persona, ci accompagna in una passeggiata tra i 3d e i modelli tridimensionali dell’architetto e ci racconta il retroscena della visione futuristica di Zaha Hadid, la quale ha reso questo studio un vero e proprio impero dell’architettura mondiale.

Uno spaccato di alcuni dei suoi più straordinari progetti segue il retroscena dello studio inglese. Il Centro culturale Heydar Aliyev di Baku, un involucro in cemento, poliestere e fibra di vetro che si integra perfettamente con il contesto; il ponte dello sceicco Zayed ad Abu Dhabi che staglia in piena velocità i suoi archi in acciaio offrendo qualcosa di inaspettato che in fatto di ponti non succede molto spesso. E ancora il Museo Mobile Art, un vero e proprio lavoro di oreficeria che ricorda l’iconica borsa Coco, nato per Karl Lagerfeld e che ha raggiunto il suo apice davanti alla facciata dell’Institut du Monde Arabe di Parigi; lo sporgente e inimitabile MAXXI di Roma in cui ogni linea dell’edificio è allineata con una direttrice del contesto urbano per cui quando si guida nel quartiere il museo è sempre visibile, ma lo scopo originario era l’esatto opposto, dall’edificio si doveva vedere tutt’intorno.

La stessa Zaha Hadid afferma che “la cosa più interessante nel vedere questi progetti finiti è che c’è sempre qualcosa che non ti aspetti”.

Un documentario avvincente e nostalgico per i seguaci e gli appassionati di Zaha Hadid. Affascinante sentire le testimonianze dirette dell’architetto stesso a ormai 6 anni dalla sua scomparsa insieme alle parole dei suoi collaboratori. Un omaggio a un grande architetto purtroppo scomparso troppo presto che sicuramente aveva ancora tanto da dire o meglio da far vedere.

Fonte della citazione del post dal documentario Zaha Hadid - Forme di architettura contemporanea

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