top of page

Van Gogh: Tra il grano e il cielo. I capolavori dal Kroller Muller Museum

  • carlottaceccarini9
  • 1 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Un viaggio che inizia nel 2018 a Vicenza nella Basilica Palladiana con la mostra Van Gogh: tra il grano e il cielo, a cura di Marco Goldin, per giungere in Olanda nel museo voluto dalla grande collezionista d’arte e filantropa Helene Kroller-Muller, che consacrò l’eternità del pittore olandese, di colui che “cercò l’infinito tra il cielo e i campi di grano”.


https://www.bitculturali.it/2019/06/televisione/van-gogh-grano-cielo-canale5/
Van Gogh: Tra il grano e il cielo, documentario in streaming su Amazon Prime, diretto da Giovanni Piscaglia e scritto da Matteo Moneta (2018)

Un documentario di uno degli artisti più amati di sempre, trasmesso al cinema in Italia nel 2018 e ora disponibile in streaming su Amazon Prime grazie alla produzione di 3d Produzioni e Nero, con la partecipazione dell’attrice Valeria Bruni Tedeschi e la regia di Giovanni Piscaglia, scritto da Matteo Moneta con la collaborazione di Marco Goldin.


Un’indagine alla ricerca delle ragioni dietro la notorietà e l’importanza di Van Gogh, un pittore che si spinse all’estremo per realizzare i suoi dipinti andando più in là di chiunque altro.

La storia di Vincent Van Gogh ed Helene Kroller-Muller è un incontro atemporale, non si sono mai conosciuti durante le loro vite, ma lei ha dato all'artista la notorietà che meritava. Per lei era l’artista migliore di tutti i tempi. Helene si riconobbe nei tormenti di Van Gogh e vide nei suoi dipinti una consolazione, una fonte di conforto. Attraverso i suoi dipinti Helene, ma anche le future generazioni, noi, percepisce ciò che significa essere umano, perché Van Gogh era prima di un pittore, un uomo capace di toccare le corde dell’umanità.

"Due anime in cerca di una fede totale che nella vita reale non poteva esistere".

Helene, collezionista d'arte tedesca vissuta nella seconda metà del 1800, vent'anni dopo la morte del pittore (1909 circa), inizia ad acquistare i suoi quadri creando una collezione la cui importanza fu sancita dal museo Kroller-Muller, opere che sopravvissero persino alle razzie naziste. Un edificio sobrio fatto di mattoni semplici nel mezzo della natura di Otterlo con cui dialoga attraverso i suoi corridoi vetrati. La volontà di Helene era di creare un edificio monumentale, tanto che arrivò a chiamare Mies Van der Rohe, ma la famiglia Kroller-Muller cadde in disgrazia economica. Helena non rinunciò però al suo sogno e così diede alla luce questo sobrio museo che al suo interno cela numerosi tra i maggiori capolavori di Van Gogh. Così umile da fuori quanto superbo da dentro. Un tempio, un santuario per celebrare e custodire i capolavori dell'artista olandese.


Il documentario presenta il mondo di Van Gogh filtrato attraverso gli occhi di Helena che ammirano una terrazza di un caffè durante una notte parigina, la vita dei contadini olandesi i cui volti sono solcati dalla fatica, sentieri e paesaggi in Provenza, un tavolo con dei limoni e arance davanti a una bottiglia, la moglie di un postino francese, l’aria dell’allora campagna parigina di Montmartre, la Notte Stellata, il manicomio di Saint-Rémy, i tetti di paglia e il cuore della campagna di Auvers con i suoi campi di grano.


Un solitario, un emarginato, "l'infimo tra gli infimi", come si definisce lo stesso Van Gogh in una lettera al fratello Theo. Un personaggio eccentrico ma le cui opere riflettono le verità nascoste nella sua intimità. Una vita segnata da disturbi emotivi sfogati in una pennellata fisica e corposa, profonda ed espressiva, spezzata e dai colori simbolici, predominante nei suoi ritratti e autoritratti, interni ed esterni di case, nature morte e paesaggi, vedute cittadine, opere notturne, lavoratori e contadini nei campi. Un'umanità straziante che grida a gran voce nei dipinti dell'artista.

"I veri pittori non dipingono le cose come sono, le dipingono come sentono che sono".

Henri Toulouse Lautrec e Paul Gauguin, tra gli altri, incontrati nella vivace capitale francese di fine '800, lo portarono a definire il suo stile postimpressionista.

"Lo studio del Sud", la sua tanto voluta comunità condivisa con Gauguin, lo condusse a un gesto estremo. In una fredda notte alla vigilia di Natale prese un rasoio e si tagliò l'orecchio sinistro, con una freddezza quasi inumana avvolse la parte recisa di sé e la avvolse in un foglio di giornale che fece recapitare a una prostituta. Questo folle gesto lo avvicinò al mondo dei manicomi, di cui divenne un paziente per un anno. Da questa esperienza nacquero alcuni dei capolavori di Van Gogh, tra i più apprezzati di oggi. L'auto ammutinamento presto mutò nel gesto più estremo di tutti, il suicidio, con una rivoltella si sparò nel petto. Si spense la vita di questo straordinario artista e un evento così macabro divenne uno dei motivi della sua tanta notorietà.

“Ora il mio sguarda spazia su una grande distesa di prati e tutto è tranquillo, il sole sta scomparendo di nuovo dietro le nuvole grigie ma diffonde sui campi una luce dorata. Quando si cammina per ore e ore attraverso questa campagna davvero si sente che non esiste altro se non quella distesa infinita di terra, la verde muffa del grano o dell’erica e quel cielo infinito”.

La fonte delle citazioni del post è il documentario Van Gogh: tra il grano e il cielo


Commentaires


Scrivimi un messaggio, fammi sapere cosa ne pensi

Thanks for submitting!

© 2022 The Art Times created by Carlotta Ceccarini

bottom of page