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Primavera

  • carlottaceccarini9
  • 3 lug 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

In una dimensione irreale e sognante prende forma l'incarnazione della bellezza secondo Botticelli.

La Primavera. Sandro Botticelli. 1480 c. Tempera su tavola. 207x319 cm. Galleria degli Uffizi (Firenze)

Opera rinascimentale iconica, strettamente collegata alla Nascita di Venere dello stesso artista, non solo per la data della sua creazione ma anche per riferimenti iconografici. Un'opera avvolta da un alone di mistero di cui tutt'oggi ancora non se ne conosce il significato più profondo.

Commissionato dal cugino di Lorenzo de' Medici allora governatore di Firenze, ospitata prima a Palazzo di Via Larga e poi, secondo le testimonianze di Vasari, nella Villa di Castello accanto a sua sorella la Nascita di Venere. Solo nel 1919 venne trasferita negli Uffizi destinata a non abbandonare più questa sede.


Sullo sfondo di un boschetto di aranci, il Boschetto delle Esperidi, luogo leggendario della mitologia greca custode dei frutti d'oro, e un verde prato con le più ricche varietà di fiori, si stagliano nove figure, in una composizione perfettamente ritmica e armonica da leggere da destra verso sinistra secondo la teoria più accreditata di Aby Warburg.



Zefiro, vento primaverile di Ponente, con il suo soffio rapisce la ninfa Clori mettendola incinta. Da qui nasce Flora, la personificazione della stessa primavera, in un abito fiorito che già si intravede dalla bocca di Clori, sparge fiori a terra tenendosi dolcemente con le mani il grembo. La Dea Venere al centro del dipinto, circondata da una cornice di arbusti, sorveglia e dirige ciò che accade intorno a lei, simbolo dell’amore neoplatonico più elevato. Cupido, il figlio della dea, bendato come l’amore che vola sopra la testa della madre.


Accanto a Venere ballano armoniosamente le tre Grazie che si librano nel dipinto con movimenti ritmici abbracciandosi la vita. Chiude il gruppo di protagonisti Mercurio, riconoscibile dai calzari alati che scaccia le nuvole per preservare una primavera eterna.

Figure armoniche in un perfetto equilibrio compositivo con linee sinuose e pose sciolte. Un dono di buon auspicio per le nozze di Pierfrancesco de’ Medici o semplicemente una celebrazione della stagione degli amori. L’amore carnale che ci consuma quando è Amore vero viene sublimato in qualcosa di più elevato oppure l’amore mondano che diventa spirituale segno della crisi spirituale di Botticelli.


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