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PIETRO RUFFO

  • carlottaceccarini9
  • 2 lug 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Dalle storiche mappe in chiave contemporanea al mondo della moda, dai tarocchi alle sfilate, dai paesaggi naturali alle guerre che animano la società moderna giorno dopo giorno. Un’artista poliedrico, dalle molteplici interpretazioni, che ha raggiunto il successo a livello internazionale in svariati campi artistici.

Foto dello studio di Pietro Ruffo (made by Carlotta Ceccarini)


Pietro Ruffo, uno dei giovani artisti italiani più apprezzati, nasce a Roma nel 1978 e dopo una formazione da architetto, frequenta l’Accademia di New York nel 2010, grazie alla quale viene consacrato come artista a livello internazionale.

Quando si è studenti di architettura, e architetti poi, la prima cosa che fai, quando devi progettare è prendere una planimetria del luogo o altri tipi di mappature. Quindi il progetto nasce proprio dalla carta geografica, dal territorio. (Pietro Ruffo)

L’arte di Ruffo è inevitabilmente legata alla sua formazione architettonica, si tratta infatti principalmente di progetti e disegni su carta. Ogni sua opera nasce da una minuziosa progettazione dove il dettaglio è preponderante per il risultato finale. Una fusione armonica tra la dimensione teorica e le composizioni figurative realizzate con ritagli e spilli di carta, ceramiche, piastrelle o pittura, articolate in paesaggi naturali e forme umane, carte geografiche realistiche e surreali, costellazioni, geometrie e tracce di scrittura.


Il risultato della sua ricerca artistica è un lavoro caratterizzato da più stratificazioni con una varietà infinita di interpretazioni visive e semantiche che fa assumere ai suoi lavori bidimensionali, la tridimensionalità. Una mappatura dei grandi temi della storia universale costantemente intrecciati con la società contemporanea, all’interno della quale ricorrente è il tema della libertà, incarnata dalle libellule, che volano tra le sue carte geografiche come se l’osservatore si ritrovasse teletrasportato in un giardino magico. Evoca la libertà dell’individuo di muoversi senza confini né restrizioni. L’uomo e il suo rapporto con la spazio in una mappa che indaga le diverse culture che abitano la Terra, dove mitologia e realtà si intersecano indissolubili dai secoli primordiali.

[Le mappe] Ci appassionano perché con un’unica occhiata riusciamo a dominare superfici immense e abbiamo l’impressione di elevarci. Ci danno anche la possibilità di situarci dentro il mondo perché la prima cosa che ad esempio si fa su Google Maps è controllare se c’è casa nostra, come per dire “Se c’è, allora io esisto!”. (Pietro Ruffo)

Nel 2015 arriva a Pietro Ruffo la chiamata di Maria Grazia Chiuri, all’epoca Direttrice Artistica di Maison Valentino per la quale creò una scenografia in occasione di una sfilata Haute Couture. Da qui la sua collaborazione con il mondo dell’alta moda sarà destinata a svilupparsi e porterà Pietro Ruffo a elaborare il suo noto mondo di fiori e di incanto delle sfilate dell’alta moda italiana. L’allestimento dell’anfiteatro parigino a forma di stella della sfilata 2017-2018 di Dior venne realizzato da Ruffo che affrescò la volta con un cielo che ispirò la stessa stilista della casa di moda che l’anno successivo sempre in collaborazione con l’artista romano presentò abiti scultorei in cui erano rappresentati il cielo stellato e i dodici segni dello zodiaco. Una rievocazione dell’iconico ballo in maschera “Le Bal Oriental” in cui Christian Dior e Salvador Dalì avevano progettato i loro costumi a vicenda. Natura e lusso, opinione pubblica e sostenibilità si sovrappongono ancora una volta nell’operato di Pietro Ruffo, “l’artista della libertà”.


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