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MARCO EMMANUELE

  • carlottaceccarini9
  • 2 ago 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Giovane artista siciliano, inizialmente dedito alla ricerca e produzione musicale, nel 2010 decide di proseguire i suoi studi di architettura a Roma, dove attualmente è attivo presso lo studio al Lanificio. Artista eclettico e originale che utilizza i materiali più disparati, dalla ceramica al ferro e vetro, materiali che sono una testimonianza dell’attitudine umana alla colonizzazione ed alterazione dei luoghi in cui abita.

La formazione da architetto di Marco Emmanuele sarà preponderante nella sua ricerca artistica, gli studi universitari lo influenzeranno sempre nel suo operato artistico, conferendo una nota architettonica alla sua arte e tecnica. Interessante il lavoro sulla performance e sulla progettazione di macchine per disegnare, dispositivi che permettono di creare opere a quattro mani manifestando le relazioni uomo-macchina e uomo-uomo, azioni e gesti che l’artista organizza con la collaborazione di colleghi creando vere e proprie performance che spesso registra.


La ricerca più recente dell’artista catanese ruota intorno alla pittura tramite impasto vitreo, una tecnica che Emmanuele riprende dai grandi maestri del passato come Tintoretto, il quale mescolava il vetro all’olio. Il mare e la sua sabbia con i loro movimenti lasciano detriti composti da piccoli vetri colorati in cui l’artista ricerca la luce residuale della civiltà rappresentando paesaggi astratti e allo stesso tempo abissali e onirici dai colori verdi, rosa, nero e blu. Minuscole pietre di vetro colorato che l’artista sbriciola e mischia alla colla di coniglio per creare le gradazioni cromatiche più rigide e scura e dare così corpo alla sua immaginazione. Paesaggi astratti che riflettono le micro e macro visioni di Marco Emmanuele, creando atmosfere surreali e intime, che annullano la distanza tra tela e spettatore. Frammenti di vetro in cui l’artista rintraccia infinite possibilità artistiche e che osserva nella loro silenziosa ma costante mutazione dovuta allo scorrere del tempo e all’erosione. Tele di ruvida grana che acquistano la terza dimensione e nonostante i colori limitati da quelli del vetro delle spiagge, i temi e le raffigurazioni di Emmanuele non sono mai ripetitive e monotone, ma riesce a dare vita a raffigurazioni dinamiche e mai statiche. L’artista riesce a trattenere nel suo obiettivo l’irrappresentabile e tenta di tracciarne i colori in maniera definita. Viene chiesto all’osservatore di concentrare il proprio sguardo su ciò che viene alterato da un rumore di fondo, un disturbo essenziale, che costringe l’occhio a uno sforzo riorganizzatore.


L’opera di Marco Emmanuele colpisce immediatamente per la sua originalità, per la sua immediatezza nonostante il surrealismo celato in superficie e per la sua intimità, interiorità. Le più diverse dimensioni delle tele, inizialmente molto monumentali poi sempre più “a misura d’uomo”, il gioco cromatico, la dinamicità della luce che si riflette sul vetro che l’artista rende tridimensionale, la superficie ruvida ma accogliente al tempo stesso, i paesaggi e più raramente oggetti e figure umane rarefatti e scomposti, danno luogo a una dimensione filosofica dell’arte.


Marco Emmanuele è l’artista che è riuscito a rappresentare l’irrappresentabile.

Photos made by Carlotta Ceccarini from Marco Emmanuele Studio Visit

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