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Keisuke Matsuoka. Refugees

  • carlottaceccarini9
  • 6 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

“Che cos’è un rifugiato? Che cos’è un essere umano? Ho cercato di creare opere che rispondessero a queste domande e che scuotessero il cuore degli spettatori, anche se fossero di razze o nazionalità diverse. Vorrei che la mia opera potesse parlare anche agli alieni utilizzando un linguaggio comune, il linguaggio dell’arte.”

Locandina esposizione galleria Faber, Refugees di Keitsuke Matsuoka

Nato nel 1980 in Giappone, si laurea alla Tohoku University of Art and Design e riceve due borse di studio, rispettivamente negli Stati Uniti e a Roma, dove attualmente (dal 7 maggio al 7 luglio 2022), presso la Galleria d’arte Faber, è ospitata la sua personale, Refugees.


Nonostante la giovane età, Keisuke Matsuoka è già vincitore di numerosi premi ed è già stato protagonista di varie mostre sia personali sia collettive che lo hanno reso celebre soprattutto nella terra nipponica, la terra madre della sua cultura e della sua estetica.


Al principio della sua carriera artistica, lo stile di Matsuoka era molto legato alla sua terra natia sia dal punto di vista culturale che spirituale. Con il viaggio verso il Nuovo Mondo e l’Italia l’artista compie un notevole distacco e inizia a contaminare la sua estetica con le cifre stilistiche dei luoghi di cui fa esperienza, approdando a un’indagine multiculturale e multidimensionale.


La ricerca di Keisuke Matsuoka indaga l’intero genere umano e i fili che legano le relazioni tra gli uomini. Un’indagine di carattere universale, la ricerca che ogni uomo compie per trovare la propria identità. Matsuoka parte dall’analisi della realtà del rifugiato e della sua lotta per la sopravvivenza. Una categoria umana che nell’immaginario dell’artista giapponese è l’incarnazione della figura umana moderna. Attraverso le sculture e le installazioni di grande impatto scenografico, site specific, emerge l’aspirazione di Matsuoka verso un uomo universale privo di ogni componente di genere, razza e luogo che possa condizionarlo.


I soggetti che popolano l’immaginario di Matsuoka e che hanno preso vita alla galleria Faber, sono persone che vedono non con lo sguardo né parlano con la propria lingua, non hanno un’identità o caratteri distinguibili. Sono i rifugiati, una realtà parallela che convive con quella che noi viviamo tutti i giorni, non convenzionale come le sculture senza volto e parola dell’artista giapponese. Sono persone sradicate dal proprio contesto sociale che intraprendono un viaggio di fuga alla ricerca di un’identità che nella loro terra natia gli è stata cancellata. Una triste realtà culturale e sociale che da diversi anni sempre più numerosi artisti denunciano attraverso il proprio operato cercando di innescare nello spettatore una profonda riflessione sugli esseri umani.

Photos made by Carlotta Ceccarini

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