Villa Torlonia
- carlottaceccarini9
- 27 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Un connubio di arte, architettura, storia e paesaggistica. Uno sguardo verso il passato e la tradizione e l’altro rivolto alla contemporaneità.

Un parco pubblico che si affaccia con i suoi 15 ettari su Via Nomentana a Roma. Una storica villa che custodisce al suo interno un complesso di edifici, ora diventati per lo più spazi museali. Villa nata come tenuta agricola sotto il segno dei Pamphili, divenuta di proprietà dei Torlonia a metà 1700 circa, fu prima di diventare il parco oggi conosciuto, residenza di Mussolini. Caduta in stato di abbandono dopo la guerra mondiale, è stata restaurata grazie all’esproprio attuato dal Comune di Roma e aperta al pubblico nel 1978. Oggi sede di prestigiosi musei dalla Scuola Romana all Vetrata Artistica. Passeggiando per i sentieri che attraversano il parco della villa si scorgono tra gli alberi due particolari edifici, se così si possono definire. La Serra Moresca che dopo anni di oblio ha riaperto le sue porte proprio in mesi recenti e la Casina delle Civette.
La rustica Casina delle Civette è una sovrapposizione novecentesca di stili architettonici e artistici che seguivano il gusto degli eredi della famiglia Torlonia, trasformandosi nella loro stessa dimora nel periodo di residenza del Duce nell’edificio nobile. Architettura e arti decorative che definire liberty sarebbe troppo riduttivo, un’opera assolutamente eclettica, attenta a ogni minimo dettaglio e in perfetta simbiosi con la natura e i suoi abitanti. Oggi conosciuto come il Museo della Vetrata Artistica, sfoggia il lavoro sopraffino di Picchiarini capace di trasformare in realtà i disegni di Dullio Cambellotti. Un gioco di luci e colori che immergono il visitatore in un’atmosfera di seduzione e silenzio. Lo stesso gioco che si rivive nella Serra Moresca, dove arabeschi di piante colorate riflettono ombre e luci in un’atmosfera esotica.
Accanto a queste singolari opere architettoniche e artistiche, il piccolo e raffinato Casino dei Principi, oggi è diventato archivio-biblioteca e permette di immergersi nella vita di questi nobili e degli artisti di cui si circondavano. I piani superiori sono oggi destinati a ospitare le mostre temporanee di Villa Torlonia creando un legame tra passato e presente.
Il Casino Nobile era ed è ancora oggi il cuore della villa. Il principe Torlonia fece ristrutturare un edifico seicentesco preesistente e il figlio Alessandro nel 1832 lo fece ampliare e decorare, incaricando l’architetto decoratore Giovan Battista Caretti, che dedicò dieci anni della sua carriera alla villa, ispirata alle stanze raffaellesche del Vaticano. Il pronao palladiano e le colonne doriche aprono la vista alla principesca sala da ballo, i cui preziosi lampadari illuminano le pareti e le porte decorate da paramenti di stucco di opera di Domenico del Frate e bassorilievi in gesso di Antonio Canova. Omaggio al condottiero macedone è la sala di Alessandro, sui cui si proietta lo stesso principe Torlonia. Uno stile egizio in linea con il gusto dell’epoca che rompe con lo stile fascista che invece predilesse Mussolini durante il suo soggiorno.
Il Casino Nobile ospita al secondo piano le opere della Scuola Romana, artisti attivi a Roma tra gli anni venti e quaranta del Novecento che dialogano con i pittori del Surrealismo Magico. Un mix perfetto di personalità non etichettabili e diametralmente connessi tra loro. Si celebrano le opere della collezione Ingrao Guina, tra cui spicca La ragazza seduta con il grembiule rosso di Guttuso che si combina con le serigrafie di Alberto Burri.
Photos made by Carlotta Ceccarini
Comments