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Francesco Messina. Novecento Contemporaneo

  • carlottaceccarini9
  • 26 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

In mostra a Villa Torlonia dal 14 aprile al 4 settembre 2022 le sculture di Francesco Messina. Bronzi, terrecotte e gessi che si configurano in uno spazio tra modernità e tradizione.

Francesco Messina. Novecento Contemporaneo, Villa Torlonia (photo by Carlotta Ceccarini)

81 opere appartenenti allo Studio Museo Francesco Messina dialogano tra loro all'interno dell'ex Casino Nobile. A cura di Maria Fratelli, Chiara Fabi e Chiara Battezzati, promossa da Roma Culture e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con il Comune di Milano.


Nato al principio del XX secolo ai piedi dell'Etna da una famiglia poverissima, Messina lascia la sua terra natia per inseguire il sogno americano, ma non arriva ad approdare oltre mare, si ferma a Genova, città animata dalla presenza di figure come Montale e dove Messina si avvicina alle Botteghe dei marmorari. Qui nasce la sua passione per la scultura e inizia a coltivare amicizie con i personaggi più illustri dell'epoca, Quasimodo e Montale, Carrà e Arturo Martini tra gli altri. Al principio degli anni '30 viene adottato dalla città di Milano dove acquista notorietà e dove definisce il suo stile consacrato dalle numerose partecipazioni alla Biennale di Venezia e dalla sua prima personale a Galleria Milano nel 1929.

Celebri i suoi gruppi monumentali nei cimiteri di Milano e Parigi, ma ancora di più i ritratti di persone famose, tra cui il ritratto di Lucio Fontana o della ballerina Carla Fracci. Il tema della danza è molto caro a Messina e rimane una costante nella sua produzione. Sulla scia di Degas permea il bronzo per dare vita a figure snelle e slanciate, nelle tradizionali pose delle ballerine di danza classica con il tutù e le punte ai piedi, così leggere ed eleganti che sembrano spiccare il volo durante i loro salti.

Le ballerine sono affiancate a partire dagli anni '60 e '70 dai cavalli. Celebre il cavallo di 5 metri in bronzo della Rai, Cavallo Morente. Una serie di opere, per lo più in bronzo anch'esse, che permettono allo scultore siciliano di proseguire l'indagine delle ballerine, ovvero dei movimenti del corpo nello spazio.


Ammirato da Giorgio de Chirico e Picasso, Francesco Messina si fa promotore di un passato antico, ma senza uno sguardo nostalgico. Artista contemporaneo rivoluziona l'ideale di statuaria classica creando un linguaggio poetico applicato alle arti visive e riadattato ai tempi artistici in cui Messina stava vivendo. Un nuovo approccio alla tradizione che sarà fonte di ispirazione per le generazioni future. Lo studio del movimento, la velocità futurista, viene traslata dalle nuove tecnologie a soggetti più tradizionali, cavalli e ballerine, firmandosi nella storia dell'arte come un poeta di immagini.


L'immaginario di Francesco Messina, ricco di echi dell'eredità classica greco e romana, ma anche ellenistica "si caratterizza per un fare semplice e grandioso, un procedimento idealistico e classico, in grado di dar vita a forme che restano come immagini ideali" (Carlo Carrà)

"Quello che cerca Francesco Messina nella sua scultura è di raggiungere la bellezza dell’aspetto plastico con le forme giuste e finite: la finezza del modellato, il carattere risultante dall’osservazione acuta e dalla lunga elaborazione; il tutto unito ad eleganza e buon gusto" (Giorgio de Chirico)

DANZATRICE

Mi portasti un mazzetto di fiori

Mi dicesti addio un mattino d'estate

Allontanandoti accennavi un passo di danza.

Mi parlasti della tua casa sul mare

E del vento di Forza d'Agrò

Delle arterie di fuoco sui dorsali dell'Etna.

Mi dicesti in tal modo il tuo sangue fluisce

Quando sulle punti ti appresti ad entrare

Nella panica scena che ti sconvolge di luce.

Questo e il tuo grido di gabbiano

Il tuo essere privo di menzogna

La notte tua dolce e sfolgorante

Talvolta fanciulla di un balzo

entri nella mia notte

cauta di bufera e senza sonno.

FRANCESCO MESSINA, POESIE

Photos made by Carlotta Ceccarini



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