JAGO. The exhibition
- carlottaceccarini9
- 2 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Il dialogo tra il presente e il passato, la Roma antica e la statuaria classica rivisitata in chiave moderna da Jago, nella culla della classicità romana a Palazzo Bonaparte.

Artistar del nostro secolo, Jacopo Cardillo, noto come Jago, espone le sue sculture marmoree a Palazzo Bonaparte, dal 12 marzo al 3 luglio 2022, un livello subito sopra i video di Bill Viola, aprendo un dialogo con il Vittoriano che si intravede dagli scorci delle finestre che si aprono su Piazza Venezia, mettendo così a confronto il passato e il presente. Un dualismo costantemente presente nell'arte di Jago. Sculture marmoree di stampo michelangiolesco, i cui sguardi seguono quelli del visitatore, come fossero moderne Gioconde. Sfruttando i mezzi di comunicazione avvicina un grande pubblico alla statuaria classica rivisitata in chiave contemporanea. Riduce la complessità all'essenza, plasmando il marmo, un materiale nobile legato alla tradizione, ma che Jago rivisita in chiave prettamente moderna. Attraverso i video in cui il marmo viene plasmato dall'artista stesso si può comprendere il lavoro che si cela dietro il suo immaginario artistico.
Il 2016 è l'anno in cui Jago viene consacrato come artista con la sua prima mostra personale a Roma che gli ha permesso di affacciarsi al mondo dell'arte internazionale. Il pubblico si avvicina alle Memorie trasmesse con una selezione di opere in marmo di Carrara.
La prima esperienza di Jago nel mondo dell'arte è dettata dal legame con la natura, le pietre che l'acqua solca vengono plasmate dalle mani dell'artista, diventando "un discorso sul significato della vita" (didascalia mostra).
Il simbolo per eccellenza della vita è il cuore e il suo battito cardiaco trasformato in opera d'arte grazie alla tecnologia, alle stampe 3D.
Jago arriva poi a portare in scena il Rinascimento del terzo millennio con il busto in marmo di Papa Benedetto XVI, l'effige di Dio sulla terra e con la Venere, che ha abbandonato ogni seduzione classica ed è stata sottratta da ogni significato tradizionale, mostrandosi nuda con i suoi difetti, ma con uno sguardo ancora fiero e una grazia velata ancora presente.
Jago rompe qualsiasi tema tradizionale spedendo una sua opera nello spazio, The First Baby, una scultura minuscola segnata duchampianamente con la sua stessa impronta digitale.
Jago. The Exhibition si conclude con le due opere più recenti: la drammatica Pietà, allegoria della consapevolezza della perdita e il dolore di un padre, accanto al suggestivo Figlio Velato, un unico blocco di marmo scolpito in live, che si fa portavoce delle stragi del Mediterraneo.
Esperimenti sulla natura e sulla materia che portano Jago a creare personaggi e oggetti così realistici nelle pieghe del corpo e nelle espressioni del volto da sembrare esseri umani in carne e ossa. Un'immaginario che tratta di memoria e di tempo, reso contemporaneo in forme artistiche uniche nel suo genere, in cui la collettività si può riflettere con i propri difetti e le proprie debolezze. Il marmo di Bernini e di Canova diventa con Jago un'icona social e un potente mezzo di comunicazione su tematiche sociali e politiche moderne.
"È nell’ultimo centimetro di lavoro che fai la differenza, è in quell’ultimo centimetro di possibilità che si realizza la scultura" (Intervista su «Il Fatto Quotidiano»)
Photos and videos made by Carlotta Ceccarini
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